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L'utopia del colore assoluto
La complessità, la vorticosità, il ritmo incessante dei moti stridono la materia, la imprigionano in anfratti materiali effimeri che necessitano una purificazione, una catarsi radicale dell'essere fenomenico che implichi un substrato noumenico profondo e totalizzante.
In tale prospettiva si collocano le opere di Alessandro Alteo che, svincolate dai limiti della rappresentazione figurativa o astratta, puntano piuttosto all'essenzialità, alla pulizia del linguaggio artistico, coinvolgendo lo spettatore in un percorso visivo ed intellettivo stimolante.
Al di là della superficie piatta, emerge la solidità della forma attraverso pieghe, attraverso drappeggi compatti e regolari che si dirigono in senso orizzontale e verticale, secondo le regole della composizione classica, conferendo una sensazione di armonia e stabile equilibrio
.
Tale equilibrio è talvolta interrotto dall'asimmetria, dalla presenza di percorsi obliqui destabilizzanti che rappresentano ,a livello ideologico l'interruzione della regolarità della vita : Ogni cosa è possibile, tutto può succedere, una strada in salita è al tempo stesso una discesa ,tutto dipende dai punti di vista
dalle diverse prospettive e interpretazioni possibili che rendono la vita ogni volta nuova, diversa, stimolante, degna di essere vissuta ed interiorizzata
secondo le linee guida prevalenti in quella fase dell'essere.
Così come la forma è essenziale, anche il colore segue la stessa logica, si configura come colore fondamentale poiché non serve altro : attraverso la sua possibile combinazione, potrebbero venire fuori infinite sfumature,
ma questo è un compito affidato allo spettatore, alla sua fantasia, al suo coinvolgimento emotivo.
Nelle opere di Alteo regna il monocromo a volte sereno ( Azzurro ), a volte passionale (Rosso ), a volte energizzante ( Giallo ), con effetto di
cromoterapia emozionale innovativa.
Di fronte a tanta sapiente organizzazione di forma e colore, non rimane che osservare attentamente l'opera e lasciare che sveli se stessa attraverso
un processo empatico indissolubile tra artista e pubblico .
Enza Montana Lampo [Critico d’Arte - Accademia di belle arti Michelangelo Agrigento]
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